Il 30 Ottobre si terranno le elezioni presidenziali in Brasile e i brasiliani andranno alle urne per scegliere il nuovo capo del governo. In questa data sarà svolto il ballottaggio con i due principali candidati: l’ex-Presidente di Sinistra Lula e l’attuale Presidente di Destra, Bolsonaro

Al primo turno Lula ha preso il 48,4% dei voti, mentre Bolsonaro ne ha presi il 43,2%. Perciò, in base alla Costituzione brasiliana, quando nessuno dei candidati raggiunge il 50% dei voti, i due più votati andranno al ballottaggio.

Chi sono i candidati


Lula

Il 1º Gennaio del 2003, entra in carica l’appena eletto Presidente del Brasile: Luiz Inácio Lula da Silva, più comunemente chiamato “Lula”.

Un ex-leader del sindacato dei lavoratori dell’acciaio della sua regione che, durante la dittatura brasiliana, organizzò grandi scioperi e per questo motivo fu anche incarcerato durante il regime militare nel Paese. Nel 1980, insieme a dei professori universitari fondò il Partito dei Lavoratori (PT), di orientamento progressista ed economicamente di sinistra.

Il suo primo mandato è durato fino al 2007, anno in cui fu rieletto dal popolo brasiliano per un secondo mandato che è durato fino al 2011. Dopodiché, ai sensi della legislazione brasiliana, ha dovuto lasciare il governo ed è entrata in carica la Presidente eletta 2 volte: Dilma Rousseff, anch’essa del Partito dei Lavoratori.

Il suo governo fu segnato dalla crescita del PIL nominale e pro capite del Brasile e di conseguenza il popolo brasiliano ne ha giovato grazie al maggiore potere d’acquisto della moneta.

Altri aspetti positivi del suo governo furono la riduzione della fame, della disoccupazione e il miglioramento del sistema sanitario e l’istruzione nel Paese. A giovarne soprattutto furono le università: in Brasile tutte le università statali sono completamente gratuite e alcune occupano correntemente le posizioni più elevate nelle classifiche mondiali e locali.

L’altra faccia della medaglia del suo governo furono i numerosi casi di corruzione da parte di alcuni dei membri del suo Partito. Questi casi furono uno dei motivi principali per cui nel 2018 il popolo decise di eleggere alla Presidenza della Repubblica, Bolsonaro.

Bolsonaro

Jair Bolsonaro divenne Presidente il 1º gennaio del 2019 dopo aver battuto il suo avversario, Fernando Haddad, dello stesso partito di Lula. Bolsonaro costruì la sua carriera politica al Parlamento brasiliano, dove venne eletto deputato per 27 anni. Nonostante tutti i suoi anni di carriera alla Camera, l’attuale Presidente approvò soltanto due dei suoi progetti di legge.

Durante il suo governo scoppiò la pandemia. Nonostante le migliaia di morti, il negazionismo e la negligenza segnarono il suo governo . Il Governo Bolsonaro rifiutò 11 proposte di vendita di vaccini in totale. Inoltre, in alcune regioni brasiliane – e soprattutto nella regione amazzonica – sono mancate bombole di ossigeno: di conseguenza ci furono altre centinaia di decessi che si sarebbero potuti evitare.

Per quanto riguarda l’economia del Paese, il Brasile è sceso dal 6º posto nella classifica mondiale dei paesi più ricchi al mondo, in PIL nominale al 12º posto. Per difendersi, il candidato alla rielezione afferma che la pandemia ha intralciato il suo piano economico e perciò il PIL del paese è calato.

Oltre al calo della crescita economica brasiliana, il governo di Bolsonaro fu responsabile anche per l’aumento della deforestazione amazzonica, per la svalutazione della moneta locale, il Real, per l’aumento della disoccupazione nel Paese e per il ritorno del Brasile nella Mappa della Fame delle Nazioni Unite, da cui era uscito grazie all’operato del governo Lula.




Le elezioni e la democrazia brasiliana

Molti credono che queste elezioni presidenziali in Brasile siano decisive per la democrazia brasiliana, siccome Bolsonaro ha fatto commenti antidemocratici molteplici volte. Nel 2021 per esempio, il Presidente affermò pubblicamente che “Ci sono solamente 3 opzioni per il suo futuro: la morte, l’arresto o la vittoria“. In più, il Presidente brasiliano ha espresso tante volte il rischio di presunte frodi elettorali ed ha chiesto l’intervento delle forze armate alle elezioni.

Durante il primo turno delle elezioni sono stati eletti i nuovi deputati che comporranno la Camera e un terzo dei senatori che dovranno prendere posto al Senato: la maggioranza di questi candidati sono di partiti di Destra, compreso quello di Bolsonaro, Il Partito Liberale (PL). Dunque, se dovesse vincere le elezioni l’attuale Presidente, le probabilità che possa sciogliere definitivamente il Parlamento brasiliano sono alte. Visto che prima di diventare Presidente, Bolsonaro ha dichiarato simpatia verso la passata dittatura brasiliana e alla chiusura definitiva del parlamento e del Supremo Tribunale Federale: la sede del Potere Giudiziario del Paese. In ambito diplomatico, Bolsonaro ha sempre preferito non intrattenere buoni rapporti con i capi di stato di ideologia diversa, oltre a ingaggiare in numerosi attacchi verbali contro il Venezuela e addirittura contro la Cina: il più importante partner commerciale del Brasile.

Nel 2019, ha accettato le credenziali dell’Ambasciatrice venezuelana nominata da Juan Guaidò, il Presidente illegittimo del Paese, riconosciuto come capo di stato soltanto dai leader di destra come Bolsonaro e Trump. Il completo opposto di ciò che fece il Governo Lula che, oltre ad avere ottime relazioni con tutti i capi di stato stranieri, ha aperto 67 nuove rappresentanze diplomatiche brasiliane all’estero.


Commento dell’autore: Su Netflix è disponibile un documentario che racconta tutta la storia del colpo contro la Sinistra nel Paese e di come la Destra ha preso il potere in modo antidemocratico negli ultimi anni: Il documentario si chiama “Democrazia al Limite”.

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