Da quando l’esercito ucraino ha riconquistato gran parte dell’Oblast’ di Kharkiv, nei primi giorni di Settembre, e riguadagnato terreno verso Kherson nei primi di Ottobre, le forze di Kiev sembrano essersi rafforzate, mentre gli uomini di Mosca zoppicano, ritirandosi lentamente verso le posizioni faticosamente guadagnate nella prima estate.

Per quale ragione le forze armate russe stanno faticando così tanto in Ucraina dopo gli iniziali successi nel mese di giugno?

  • La risposta nasce agli albori stessi dell’«operazione militare speciale» avviata da Vladimir Putin e il suo establishment. L’esercito russo, agli inizi dell’offensiva, poteva contare su circa 160-190.000 uomini – personale di supporto compreso – e 100-110 BTG (Battalion Tactical Group) in gran parte ben equipaggiati e con armamenti superiori ai corrispettivi delle forze ucraine. Nell’arco di poche settimane, però, l’esercito russo ha gettato tale vantaggio qualitativo in un’offensiva con scarsa pianificazione alle spalle, intelligence inadeguata e scarso coordinamento tra i reparti che, impossibilitati a viaggiare fuori dalle strade, – le condizioni climatiche del 24 Febbraio e le settimane seguenti erano proibitive per lo spostamento di veicoli sul terreno fangoso – furono costretti a percorrere «strade della morte» nel Nord dell’Ucraina per più di un mese.
  • Un altro fattore importante, senz’altro esplicativo per quanto riguarda il problema delle carenze russe, soprattutto nei primi mesi, è dovuto ad una cattiva leadership dello Stato Maggiore, che ha gestito l’andamento del conflitto con scarsa visione d’insieme e percezione del reale stato del fronte con il passare dei mesi. In questo modo i BTG russi, già di per sé non adatti ad un combattimento prolungato oltre le 4-6 settimane di azione, sono stati inefficaci nel creare il coordinamento necessario per un’offensiva incisiva e in profondità. Il fallimento della strategia d’attacco russa è stata ben riscontrabile nella più ampia vittoria, con la conquista di Severodonetsk e Lysychansk, da dopo la caduta di Mariupol. In quella occasione è stata evidente la mancanza di capacità di coordinamento dei reparti russi ed alleati, che furono costretti ad attaccare l’agglomerato urbano frontalmente per diverse settimane, bombardando senza sosta nella speranza – poi avvenutasi – che le forze ucraine asserragliate si ritirassero per le ingenti perdite. Però tutto ciò non è stata una dimostrazione di forza dell’esercito russo, ma bensì di debolezza, che fu mal interpretata ai tempi e che ora si rispecchia sulla situazione attuale del fronte.

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