La Cina, da inizio pandemia, utilizza la strategia “zero Covid“, che però non si è rivelata particolarmente efficace con la variante Omicron, molto contagiosa.
Seppur effettivamente ci sia una diminuzione dei contagi nelle aree sottoposte recentemente a lockdown , si stanno riscontrando enormi problemi dovuti alla scarsa organizzazione.
I cittadini di Shanghai si sono trovati in grossa difficoltà, per penuria di cibo e altri beni di prima necessità, oltre a subire violenze da parte delle forze dell’ordine. Nel mentre il governo centrale continua a scaricare le colpe sulle amministrazioni locali.
I centri di isolamento per i positivi sono completamente saturi e chi vi risiede si ritrova in condizioni igieniche precarie.
C’è stata in generale una crescita del malcontento, talvolta espresso sui social network (anche da funzionari locali) e prontamente censurato.
Ovviamente questa situazione sta avendo enormi conseguenze anche dal punto di vista economico, avendo immobilizzato la produzione, paralizzato i porti principali e chiuso i confini terrestri regionali.
Il governo cinese nel frattempo continua ad insistere sulle amministrazioni locali di trovare il giusto compromesso tra le limitazioni e il mantenimento delle attività produttive e commerciali, ma in realtà il requisito di mantenere i contagi a zero neutralizza questa opzione.